Stipite virale
- Dominio
- Regno
- Sottoregno
- Infraregno o Ramo
- Superphylum
- Infraregno o Ramo
- Sottoregno
- Phylum (o Tipo o Divisione)
- Subphylum (o Sottotipo o Sottodivisione)
- Infraphylum
- Microphylum
- Nanophylum
- Superclasse
- Nanophylum
- Microphylum
- Infraphylum
- Subphylum (o Sottotipo o Sottodivisione)
- Classe
- Sottoclasse
- Infraclasse
- Parvclasse (o Subterclasse)
- Magnordine
- Superordine
- Magnordine
- Parvclasse (o Subterclasse)
- Infraclasse
- Sottoclasse
- Ordine
- Sottordine
- Infraordine
- Parvordine
- Superfamiglia
- Parvordine
- Infraordine
- Sottordine
- Famiglia
- Tribù
- Genere
- Specie
- Sottospecie
- Forma (zoologia) o Varietà (botanica)
- Stipite (virologia)
- Sottospecie
In posizione variabile:
Clado · Legione · Coorte · Sezione · Sottosezione
Uno stipite virale (o ceppo virale, o sottotipo virale), è la categoria tassonomica di livello più basso utilizzata per la classificazione di un virus.
La tassonomia dei virus prevede la classificazione per famiglie, riconoscibili per l'utilizzo del suffisso -idae, al di sotto delle quali si individuano le sottofamiglie con suffisso -inae, ulteriormente suddivise in genere e specie.
In virologia si preferisce indicare con "stipite", o con i sinonimi "ceppo" o "sottotipo", un raggruppamento di virus che differisce da un altro per porzioni di genoma di molto piccola entità, a differenza di quanto accade in zoologia, dove si suddividono ulteriormente gli appartenenti a una specie che si differenziano tra loro impiegando il taxon "sottospecie" o "clade". Per esempio, un virus quale il virus Ebola (EBOV) si ritiene appartenente al medesimo ceppo se il suo genoma differisce da quello di riferimento del virus Ebola variante Mayinga (EBOV/May) del 10% o meno a livello nucleotide.[1]
I diversi stipiti di una specie di virus si generano per mutazioni di un ceppo originario e pur in presenza di un numero molto limitato di varianti nella sequenza del codice genetico, rappresentano un esempio di polimorfismo e possono manifestare importanti differenti caratteristiche biochimiche, quali differenti capacità emoagglutinanti, infettività per alcune cellule o resistenza a farmaci.[2]
Note
- ^ Jens H. Kuhn, Stephan Becker, Hideki Ebihara, Thomas W. Geisbert, Karl M. Johnson, Yoshihiro Kawaoka, W. Ian Lipkin, Ana I Negredo e Sergey V. Netesov, Proposal for a revised taxonomy of the family Filoviridae: Classification, names of taxa and viruses, and virus abbreviations, in Archives of Virology, vol. 155, n. 12, 2010, pp. 2083–103, DOI:10.1007/s00705-010-0814-x, PMC 3074192, PMID 21046175.
- ^ VIROLOGIA (DOC), su microbiologia.unige.it. URL consultato il 23 ottobre 2014.
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